Cripta di Sant’Andrea
A fianco alla Casa Grotta del Casalnuovo ed al Laboratorio di artigianato artistico Terra Sonora, si trova la Cripta di Sant’Andrea. E’ un antico luogo di preghiera successivamente riutilizzato come cantina per la produzione di vino.
Si tratta di un complesso scavato interamente nella roccia costituito da tre camere che dal piano di calpestio dell’ingresso discendono in profondità nel banco tufaceo. Il primo ambiente posto a livello stradale presenta in pianta una forma che ricorda la croce latina. Qui è possibile ammirare due palmenti rupestri per la pigiatura dell’uva scavati nella roccia e sormontati da due croci incise sulle pareti.
Sul pavimento vi sono le bocche di due cisterne dalla tipica forma ogivale scavate nel pavimento; la prima prende acqua dal piccolo cortile esterno che precede la cripta, attraverso un canaletto di adduzione ancora visibile e in uso.
La seconda veniva riempita attraverso un sistema di troppo pieno che permetteva all’acqua in eccesso nella prima cisterna di passare attraverso un piccolo canale scavato nel pavimento nella seconda che anticamente poteva ricevere acqua anche da un foro posto sul soffitto.
Da questi primi ambienti, attraverso una ampia scalinata inclinata di circa trenta gradi, si giunge nella seconda camera attraverso un passaggio arcuato anch’esso scavato nella roccia. Due lunghi muretti che servivano a sorreggere le botti per la maturazione del vino, corrono parallelamente alle mura di questa camera. La terza camera è la più profonda, anche a questa vi si accede attraverso una scalinata con la medesima pendenza scavata nella medesima direzione; anch’essa presenta i muretti di sostegno per le botti.
Le tre camere risultano pertanto allineate tra loro e scendono per circa venti metri nelle profondità della roccia, giungendo a circa sei metri più in basso rispetto all’ingresso. La diversa profondità a cui si trovano gli ambienti determinano un differente microclima, più in basso si scende più la temperatura rimane costante durante l’anno.
Dall’ingresso è possibile osservare la nicchia scavata sulla parete di fondo dell’ultima camera, caratteristica tipica di tutti gli ipogei di questo tipo presenti nei Sassi. Quest’ultima, oltre ad avere anch’essa i muretti che servivano a sorreggere le botti, presenta una sepoltura rinvenuta durante i lavori di restauro e una prova d’affresco posta poco sotto la volta.
La particolare croce incisa sull’architrave di accesso a questo ambiente a fatto pensare che potesse trattarsi della Cripta di Sant’Andrea menzionata in alcune fonti storiche.